Poeti e Sognatori

...Sembra uno spazio fuori dal mondo, ma non è così.
Non esageriamo con l'ipocrisia degli uomini, la maggior parte pensa troppo poco per pensare doppio.

Marguerite Yourcenar
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 ... a Torino... di Alessandra Mazzucco

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Eugène Delacroix
Di Alessandra Mazzucco (del 01/07/2009 @ 22:14:01, in Sognatori tra i pennelli, linkato 5238 volte)

"Mi sto torturando la mente per spremerne fuori una formula che esprima in modo adeguato la particolarità di Eugène Delacroix." Scrisse Baudelaire, grande estimatore e amico dell'artista...
"...egli esprime soprattutto ciò che è più segreto del cervello, l'aspetto stupefacente delle cose, tanto la sua opera ritiene, senza alterarli, l'impronta e l'umore della sua concezione. E' l'infinito nel finito. Sì, è il sogno! "
Eugène Delacroix nasce nel 1798 in una famiglia colta e agiata, che gli permette di seguire le naturali inclinazioni verso la letteratura e l'arte: dimostra di possedere un talento innato, ancora ragazzo vince premi per il disegno e lo studio. In seguito alla morte dei genitori decide di dedicarsi completamente alla pittura: riceve lezioni tradizionali, trascorre molti pomeriggi al Louvre, esercitandosi nelle copie delle grandi opere, ma soprattutto frequenta Théodore Géricault, precursore di quel nuovo movimento artistico di cui Delacroix diventerà il maggior esponente: il romanticismo. All'età di 24 anni incuriosisce il pubblico presentando "La barca di Dante", opera densa di drammaticità e di ricchezza cromatica, ma è il successivo "Il massacro di Scio" ad eccendere interesse ed entusiasmo anche tra i critici. I veri protagonisti delle scene di Delacroix sono le immagini della fantasia e i turbamenti dell'animo, resi violenti e incalzanti dall'uso del colore in contrasti netti e vivaci tanto da scuotere l'osservatore, da emozionarlo: grande innovazione rispetto al freddo mondo della realtà classica dipinta fino a quel momento. Nonostante la notevole mole di produzione artistica, che gli serve anche per guadagnare e vivere, la sua personalità vivace e poliedrica lo porta a frequentare con molto successo i più esclusivi salotti francesi, gli vengono commissionate diverse opere dal governo e viene invitato a partecipare ad una visita di Stato in Marocco. Il viaggio sarà per l'artista una straordinaria fonte di ispirazione: le suggestioni che lo colpiscono osservando la semplicità contemplativa degli uomini che sembrano indifferenti allo scorrere del tempo e la sensualità delle bellissime odalische di un harem, verranno trasferite nei suoi quadri con giochi di colore tanto abili da evocarne l'intimità, il sogno. Tornato in Francia, raggiunge il massimo traguardo della carriera dipingendo vasti affreschi nei più importanti edifici della capitale, dpingerà fino alla morte, nel 1863, lasciando dietro di sè numerose opere incompiute e l'appassionata forma d'arte che influenzerà i giovani pittori di tutto il XIX secolo.

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