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Ode al primo giorno dell'anno
Di Alessandra Mazzucco (del 01/01/2008 @ 16:40:07, in Tra lacrime e sorrisi, linkato 4344 volte)

Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.

Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli:i giorni 
sbattono le palpebre 
chiari, tintinnanti, fuggiaschi, 
e si appoggiano nella notte oscura. 
 

Vedo l'ultimo 
giorno  
di questo  
anno 
in una ferrovia, verso le piogge 
del distante arcipelago violetto, 
e l'uomo 
della macchina, 
complicata come un orologio del cielo, 
che china gli occhi 
all'infinito 
modello delle rotaie,  
alle brillanti manovelle, 
ai veloci vincoli del fuoco.
 

Oh conduttore di treni 
sboccati 
verso stazioni 
nere della notte. 
Questa fine dell'anno 
senza donna e senza figli, 
non è uguale a quello di ieri, a quello di domani? 


Dalle vie 
e dai sentieri 
il primo giorno, la prima aurora 
di un anno che comincia,  
ha lo stesso ossidato 
colore di treno di ferro: 
e salutano gli esseri della strada,  
le vacche, i villaggi, 
nel vapore dell'alba,  
senza sapere che si tratta  
della porta dell'anno, 
di un giorno scosso da campane, 
fiorito con piume e garofani.
   

La terra non lo sa: accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell’ombra.

Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare.
 

Ti metteremo 
come una torta 
nella nostra vita, 
ti infiammeremo 
come un candelabro, 
ti berremo 
come un liquido topazio. 

Giorno dell'anno nuovo, 
giorno elettrico, fresco, 
tutte le foglie escono verdi 
dal tronco del tuo tempo. 
 
Incoronaci 
con acqua, 
con gelsomini aperti, 
con tutti gli aromi spiegati, 
sì, 
benché tu sia solo un giorno, 
un povero giorno umano, 
la tua aureola palpita 
su tanti cuori stanchi 
e sei, 
oh giorno nuovo, 
oh nuvola da venire, 
pane mai visto, 
torre permanente!  
 

Pablo Neruda