Se è vero che l'animo del poeta non è dissimile da quello del lettore, come si legge nella provocatoria prefazione a "I Fiori del Male", ecco il momento di somigliare al poeta maledetto.
"Spleen e Ideale", da cui è tratta questa lirica, è il titolo della sezione più estesa de "I Fiori del Male". Il termine "Spleen" indica uno stato d'animo tetro e malinconico, una forma di disgusto nei confronti della vita e della sua impostazione ipocrita e borghese, sentimento tipico dei giovani nell'Europa romantica.
"Ideale" è il suo opposto: la fuga dalla normalità, la ricerca di una condizione gradevole e appagante, in cui l'uomo possa realizzarsi.
In questi versi lo spirito, che ha toccato il dolore e gli abbruttimenti dell'esistenza, riesce ad elevarsi al di sopra di ogni abisso raggiungendo con vigore la dimensione perfetta.
E l'entusiasmo, l'energia di questo volo, contagiano lo spirito di chi legge, tanto da credere di poter essere davvero in grado, in certi momenti, di comprendere "il linguaggio dei fiori e delle cose mute!"
Elevazione
Sopra gli stagni, sopra i monti e le vallate,
sopra le foreste, le nuvole, gli oceani,
al di là del sole, oltre gli spazi eterei,
al di là dei confini delle sfere stellate,
spirito, tu ti muovi con agilità e,
come un buon nuotatore nell'estasi dell'onda,
solchi festosamente l'immensità profonda
con un'indicibile e maschia voluttà.
Fuggi lontano da questi morbosi miasmi,
vola a purificarti nell'aria superiore,
e bevi, come un puro e celestiale liquore,
il chiaro fuoco che colma i limpidi spazi.
Alle spalle gli affanni e le vaste pene
che gravano opprimenti sull'esistenza brumosa
fortunato chi può, con ala vigorosa,
slanciarsi verso i campi luminosi e sereni;
l'uomo i cui pensieri, come fanno le allodole,
verso il cielo al mattino liberi si avventano
- che sorvola la vita e intende facilmente
il linguaggio dei fiori e delle cose mute!
Élévation
Au-dessus des étangs, au-dessus des vallées,
Des montagnes, des bois, des nuages, des mers,
Par delà le soleil, par delà les éthers,
Par delà les confins des sphères étoilées,
Mon esprit, tu te meus avec agilité,
Et, comme un bon nageur qui se pâme dans l'onde,
Tu sillonnes gaiement l'immensité profonde
Avec une indicible et mâle volupté.
Envole-toi bien loin de ces miasmes morbides;
Va te purifier dans l'air supérieur,
Et bois, comme une pure et divine liqueur,
Le feu clair qui remplit les espaces limpides.
Derrière les ennuis et les vastes chagrins
Qui chargent de leur poids l'existence brumeuse,
Heureux celui qui peut d'une aile vigoureuse
S'élancer vers les champs lumineux et sereins;
Celui dont les pensers, comme des alouettes,
Vers les cieux le matin prennent un libre essor,
- Qui plane sur la vie, et comprend sans effort
Le langage des fleurs et des choses muettes!
Charles Baudelaire
Dipinto: "Icaro" A.Verga