Un poeta innamorato e ben consapevole di vivere un momento irripetibile. Nell'antichità si credeva che ogni bene in eccesso provocasse invidia ed una conseguenza di influssi negativi. Per questo motivo Catullo esorta Lesbia a confondere l'esatta entità dei baci: il malocchio avrebbe colpito più difficilmente il loro amore.
Viviamo, mia Lesbia, e amiamo, e i commenti dei vecchi bacchettoni teniamoli in conto d' un soldo. Il sole tramonta e risorge: a noi, tramonta la nostra breve luce, non resta che una notte di sonno senza fine. Mille baci, dammi, e poi cento, e poi altri mille, e altri cento, e ancora ancora mille, e ancora cento. Poi, arrivati a molte migliaia, rimescoleremo il conto, per non sapere qual è, o perchè qualche invidioso non ci faccia il malocchio, sapendo l'esatto totale dei baci. Vivamus, mea Lesbia, atque amemus, rumoresque senum severiorum omnes unius aestimemus assis! soles occidere et redire possunt: nobis cum semel occidit brevis lux, nox est perpetua una dormienda. da mi basia mille, deinde centum, dein mille altera, dein secunda centum, deinde usque altera mille, deinde centum. dein, cum milia multa fecerimus, conturbabimus illa, ne sciamus, aut ne quis malus invidere possit, cum tantum sciat esse basiorum. Catullo
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