Dal balcone, Vivian Lamarque...
... scrive una lettera d'amore.
Non per forza una poesia d'amore dev'essere struggente e appassionata, a volte i versi sono essenziali, limpidi e disarmanti, ma non per questo meno intensi. Vivian Lamarque è fatta così: scrive che sembra una bambina, dice di sè: "Sono una poetina media, normale, da due righe e mezzo sulla garzantina universale" eppure con la sua semplicità, mai banale, arriva a conclusioni che colpiscono. In questa "Lettera dal balcone" affronta il difficile equilibrio che l'amore impone alle sue vittime: cedere ai sentimenti senza restarne sopraffatti, tormentato esercizio che trascina inevitabilmente con sè la malinconia, ma è una malinconia dolce, che sa quasi di gioia. Ti scrivo dal balcone dove resto ancora un poco questa sera a guardare l'orto al sole di settembre a mangiare pane e olio e foglie piccole di basilico ti scrivo meno fiera di quello che vorresti sono una donna forte sì ma con anche continue tentazioni di non esserlo di lasciarmi sciogliere d'amore al sole e carezzarti e baciarti un po' più di quello che tu vuoi ti scrivo dal balcone guardando il fico pieno di frutti e il pero con le foglie malate ho qualche pensiero triste e due o tre sereni. Vivian Lamarque Foto: Michelangelo Gargiulo
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