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"E cosė anche a me": l'amore secondo Majakovskij
Di Alessandra Mazzucco (del 29/03/2008 @ 20:57:17, in Poeti innamorati, linkato 11795 volte)

 

 

 

 

 

 

 

Attrazione inesorabile: non c'è stupore, nè paura, ma la lucida consapevolezza di vivere una sensazione inevitabile e benefica. Necessaria. 

Frugare, e godere di quanto ci appartiene. Ritrovare chi si ama e sentirsi nel posto più intimo e protetto, la propria casa. E sapersi avvinti, stretti, allacciati, senza esserne mai paghi, senza chiedersene il motivo, senza pensare se sia giusto o meno, abbandonandosi, vivendo quel richiamo come la più naturale delle condizioni umane...
Questo l'amore secondo Majakovskij.
 
 
  
Le flotte: anche loro convergono verso il porto.
Il treno: anche lui corre verso la stazione.
E io verso di te a maggior ragione,
perchè io amo,
mi sento proteso e attratto.
L'ultimo cavaliere puškiniano scende
a godersi nel sotteraneo i suoi beni e a frugare.
Così io
a te ritorno, amata.
Mio è questo cuore,
e io godo di quanto è mio.
Voi ritornate a casa tutti lieti,
a raschiarvi di dosso
la sporcizia, radendovi e lavandovi.
Così io,
tornando a te.
Forse
non vado a casa mia io,
quando vengo da te?
Il grembo terrestre attende i terrestri.
Noi volgiamo alla mèta finale.
Così io
verso di te
tendo inesorabilmente:
anche appena separati,
anche appena abbiamo finito di vederci.
 
Vladimir Majakovskij
 
Dipinto: "Il volo" P.Mocci