"E cosė anche a me": l'amore secondo Majakovskij
Attrazione inesorabile: non c'è stupore, nè paura, ma la lucida consapevolezza di vivere una sensazione inevitabile e benefica. Necessaria.
Frugare, e godere di quanto ci appartiene. Ritrovare chi si ama e sentirsi nel posto più intimo e protetto, la propria casa. E sapersi avvinti, stretti, allacciati, senza esserne mai paghi, senza chiedersene il motivo, senza pensare se sia giusto o meno, abbandonandosi, vivendo quel richiamo come la più naturale delle condizioni umane... Questo l'amore secondo Majakovskij. Le flotte: anche loro convergono verso il porto. Il treno: anche lui corre verso la stazione. E io verso di te a maggior ragione, perchè io amo, mi sento proteso e attratto. L'ultimo cavaliere puškiniano scende a godersi nel sotteraneo i suoi beni e a frugare. Così io a te ritorno, amata. Mio è questo cuore, e io godo di quanto è mio. Voi ritornate a casa tutti lieti, a raschiarvi di dosso la sporcizia, radendovi e lavandovi. Così io, tornando a te. Forse non vado a casa mia io, quando vengo da te? Il grembo terrestre attende i terrestri. Noi volgiamo alla mèta finale. Così io verso di te tendo inesorabilmente: anche appena separati, anche appena abbiamo finito di vederci. Vladimir Majakovskij Dipinto: "Il volo" P.Mocci
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