Un giornalista così così, che diventa grande autore. Un tipo un po' sopra le righe, certo, come tutti gli artisti, ma lui... un po' più su. E' a Walt Whitman e al suo contagioso entusiasmo che dedico il primo intervento alla voce poeti".
Che cos'ha di tanto speciale quest'uomo, così lontano da noi, vissuto in America in pieno 1800? E' un poeta esagerato, a tratti esaltato, innamorato della vita e della natura in ogni sua manifestazione, dell'umanità. E' impulsivo, travolge come un fiume in piena, e per questa sua esuberanza, risulta simpatico. Scrisse un'unica raccolta di poesie, "Foglie d'erba" che in quarant'anni tenne costantemente aggiornata fino alla stesura definitiva del 1892, anno della sua morte. Whitman inizia il libro cantando se stesso e subito viene da pensare che sia un po' troppo borioso, ma basta voltare pagina per accorgersi che l'amore ed il rispetto che nutre per sè, viene esteso ad ogni essere vivente. Si sente parte integrante della natura e in perfetta armonia con essa. Il bello delle sue liriche è il risalto che riesce a dare all'uomo, come all'animale, o al filo d'erba, descrivendo i suoi sentimenti con un linguaggio libero dalla costrizione di strutture poetiche, un linguaggio infervorato, a volte crudo, che permette di comprendere esattamente ciò che il poeta intende trasmettere. Non ebbe vita facile Whitman, dopo la pubblicazione dei suoi versi... diede scandalo per l'omosessualità che ne traspariva. Venne addirittura licenziato perchè il suo datore di lavoro trovò una copia di "Foglie d'eba" all'interno di un cassetto. Eppure, è un poeta gioioso. Le sue parole sono colme di fisicità, ma anche di grandezza spirituale e mai patetiche, neanche quando parla della morte. Parole nell'animo di ogni uomo, a cui Whitman riesce a dare voce: "Lettore, in te palpita la vita, tu fremi d'orgoglio e amore: sei come me, lettore. Ed io perciò ti dedico i miei canti." "THOU reader throbbest life and pride and love the same as I, Therefore for thee the following chants"
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