Un sorriso da Trilussa: "La barchetta de carta"
Forse i boss mafiosi sono stati tra i primi a non fidarsi degli sms per comunicare tra loro e a tornare al buon vecchio metodo del "bigliettino"... di sicuro non esiste nessun database che registri ciò che si scrive sulla carta e un foglietto si può distruggere con estrema facilità (volendo si può anche ingoiare!). Ma, come sempre, tutto è in mano al destino: a volte, basta una piccola distrazione per combinare un bel guaio. Trilussa, celebre poeta dialettale, con le sue rime in romanesco dipinge un'immagine dolce e spudorata al tempo stesso: sembra di vederla questa mamma distratta, seduta sulla panchina, con uno sguardo alla bimba ed uno al cancello... Vicino a la fontana de la villa c'è una bella signora che ricama un fascio de papaveri de stama su un telarino lilla. Ogni tanto se vorta e dà un'occhiata a la pupa che gioca e, un po' più spesso, laggiù, dove comincia l'arberata, ar cancello d'ingresso. - Che fai, Ninnì? perchè nun giochi a palla? - Lo vedi, mamma? Ho fatto una barchetta, però me c'entra l'acqua e nun sta a galla...- (La madre nun s'è accorta che la pupa j'ha preso un fojo drentro la borsetta.) - Tesoro mio, sta' attenta, chè te se sciupa l'abbituccio bello: se fai così, chissà che te diventa!...- E ritorna a guardà verso er cancello. La barca va, ma nun s'aregge dritta, e a un certo punto sbatte in uno scojo, se piega, s'apre e comparisce un fojo che se spalanca da la parte scritta: "Mario adorato! Passa verso sera chè parleremo più libberamente. Appena hai letto, strappa. Fa' in maniera che la pupetta nun capisca gnente..."
Trilussa Cartolina antica: Fontana dei Cavalli Marini. Villa Borghese. Roma
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