"Notturno": la luminosa insonnia di Rubén Darío
Definire l'insonnia "tormenta soave" è quasi offensivo per chi di notte non riesce a dormire, ma lo vorrebbe tanto... Per fortuna ci sono i poeti a prestarci il loro sguardo quando il nostro è troppo fisso. Rubén Darío centra il punto dolente: non si può dormire, però si sogna. E in genere questi "sogni" notturni ad occhi aperti non sono bellissimi: portano tutte le ansie e i timori che durante il giorno si è riusciti a tenere lontano.E' illuminante la figura di Amleto sul banco anatomico, perchè è proprio quel che succede: una sorta di vivisezione di se stessi che non sempre è così opportuna. Quello che invece spesso si dimentica durante le notti bianche, è l'arrivo dell'alba: è all'alba che si deve pensare. La notte, per quanto buia, finirà. Silenzio della notte, doloroso silenzio notturno... Perchè l'anima trema a questo modo? Odo il rombo del mio sangue: dentro il mio cranio passa una tormenta soave. L'insonnia! E non si può dormire. E tuttavia si sogna. E sul banco anatomico se stesso uno seziona, ed è il suo proprio Amleto. Sciogliere la tristezza entro un vino notturno, nella coppa preziosa delle tenebre. E mi domando: Quando verrà l'alba? S'è richiusa una porta... E' passato un viandante... Tre rintocchi alla torre... Oh, che sia lei? Silencio de la noche, doloroso silencio nocturno... Por qué el alma tiembla de tal manera ? Oigo el zumbido de mi sangre, dentro de mi cráneo pasa una suave tormenta. i Imsomnio ! No poder dormir, y, sin embargo, sonar. Ser la auto-pieza de disección espiritual, i el auto-Hamlet! Diluir mi tristeza en un vino de noche en el maravilloso cristal de las tinieblas... Y me digo: ¿ a qué hora vendrá el alba ? Se ha cerrado una puerta... Ha passado un transeúnte... Ha dado el reloj tres horas...i Si será Ella !... Rubén Darío Dipinto: "Overflow" A.Whyeth
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