Bolle di sapone per Alberto Caeiro
Ed ecco Alberto Caerio, il Maestro, nato dalla penna di Pessoa in quello che egli stesso definisce "il giorno trionfale" della sua vita. L'idea parte da uno scherzo: inventarsi un poeta bucolico e un po' complicato da presentare al carissimo amico Mário de Sá-Carneiro; solo che dopo giorni di inutili tentativi, non riuscendo a delineare la figura del personaggio, Pessoa decide di rinunciare. Il momento giusto, però, improvvisamente arriva e l'autore lo racconta in una lettera: è l'8 marzo 1914, si avvicina al suo alto comò e comincia a scrivere nel modo che preferisce, in piedi, "in una specie di estasi la cui natura non sono in grado di definire"... ed ecco una poesia, poi un'altra, un'altra ancora... fino a crearne più di trenta. Nasce così il biondo e pallido Alberto Caeiro, definito da Tabucchi "l'Occhio, l'olimpica e insieme tenebrosa ricognizione del mondo", la voce del poeta che vissuto in campagna, morirà prematuramente di tubercolosi, proprio come il padre di Pessoa. Le bolle di sapone, tanto affascinanti quanto effimere, esprimono pienamente la realtà delle cose, osservata, vissuta e accolta con una consapevolezza appena percettibile. Le bolle di sapone che questo bimbo si diverte a staccare da una cannuccia sono translucidamente tutta una filosofia. Chiare, inutili e passeggere come la Natura, amiche degli occhi come le cose, sono quello che sono con una precisione rotondetta e aerea, e nessuno, neppure il bimbo che le libera, pretende che siano più che non sembrino. Alcune a stento si vedono nell'aria tersa. Sono come la brezza che passa e tocca appena i fiori e solo sappiamo che passa perchè qualche cosa si alleggerisce in noi e accetta tutto più nitidamente.
Alberto Caeiro Dipinto: Ragazzo che soffia bolle di sapone E. Manet
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