Shakespeare per un giorno d'estate
Versi caldi e luminosi per intonarsi alle giornate estive e la serena fermezza di un sentimento sempre vivo, anche per quando l'estate, stagione fugace, sarà finita... Shakespeare non si accontenta di paragonare il suo amore allo splendore dell'estate: la sua vita dura poco. E quando il caldo è soffocante o il vento schiaffeggia impietoso i germogli appena nati, le giornate estive tanto amate perdono un po' della loro radiosa bellezza. Un poeta può fare molto di più: può sfidare il tempo, fermandolo nella piena avvenenza di chi ama, può sfidare anche la morte nella sua pretesa di fatalità. E, con i suoi versi, vincere.
Dovrei paragonarti a un giorno d'estate? Tu sei ben più raggiante e mite: venti furiosi scuotono le tenere gemme di maggio e il corso dell'estate ha vita troppo breve: talvolta troppo cocente splende l'occhio del cielo e spesso il suo volto d'oro si rabbuia e ogni bello talvolta da beltà si stacca, spoglio dal caso o dal mutevol corso di natura. Ma la tua eterna estate non dovrà sfiorire né perdere possesso del bello che tu hai; né morte vantarsi che vaghi nella sua ombra, perché al tempo contrasterai la tua eternità: finché ci sarà un respiro od occhi per vedere questi versi avranno luce e ti daranno vita.
Shall'I compare thee to a summer's day? Thou art more lovely and more temperate: Rough winds do shake the darling buds of May, And summer's lease bath all too sport a date: Sometime too hot the eye of heaven shines, And often is his gold complexion dimmed; And every fair from fair sometime declines, By chance or nature's changing course untrimmed; But thy eternal summer shall not fade, Nor lose possession of that fair thou ow'st; Nor shall death brag thou wander'st in his shade, When in eternal lines to time thou grow'st: So long as men can breathe, or eyes can see, So long lives this, and this gives life to thee.
William Shakespeare, sonnet XVIII
Dipinto: "Circle - Dance" 2002 di S.Atzori
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