Quando, nel 1860, Whitman pubblico' la sezione "Calamus", da cui sono tratti questi versi, la società borghese di Inghilterra e Stati Uniti grido' allo scandalo per la presunta omosessualità del poeta. Quello che si puo' dire ora, a distanza di tempo e di aperture mentali, è molto semplice: Whitman, in poche ed efficaci parole, sa descrivere le sensazioni profonde a cui spesso non si sa che nome dare... E calandosi nella sua poesia, diventa assolutamente superfluo conoscere il sesso di chi provocava in lui quel "sottile fuoco elettrico".
O tu a cui spesso mi avvicino silenzioso, per poter stare
con te là dove sei,
Quando cammino a fianco a te per strada, o ti siedo accanto,
o quando resto assieme a te in una stanza,
Tu poco sai del fuoco che sottile, elettrico, per amor tuo
guizzando mi percorre.
O YOU whom I often and silently come where you are
that I may be with you,
As I walk by your side or sit near, or remain in the same
room with you,
Little you know the subtle electric fire that for your sake
is playing within me.
Walt Whitman
Dipinto: "Uomo fulmine" di I.Tirelli
Disperazione incontrollabile nei versi di Whitman, poeta solitamente gioioso ed entusiasta. Lacrime liberatorie per un dolore che, celato con dignità durante il giorno, non attende che la notte per erompere senza più ritegno.
Lacrime! lacrime! lacrime!
Lacrime notturne in solitudine,
Cadono a goccia a goccia sulla bianca spiaggia, e la sabbia le assorbe,
Lacrime, non c'è luce di stelle, desolate tenebre soltanto,
Umide lacrime dagli occhi di una testa velata.
Oh, chi è quello spettro? Quella figura che lacrima nel buio, chi è mai?
Che massa informe è quella, china, acquattata laggiù sulla sabbia?
Flusso di lacrime, singhiozzi e lacrime, spasimi, soffocati da grida selvagge.
Oh, tempesta dalle forme umane, che ti alzi e avanzi a passo svelto lungo la spiaggia!
Oh, fosca e violenta bufera notturna - oh, scoppio disperato!
Ombra cosi' posata e dignitosa di giorno, col viso calmo e il passo regolare,
Come ti lasci andare poi di notte, quando nessuno vede - oh, allora l'oceano incontenibile,
Di lacrime! lacrime! lacrime!
TEARS! tears! tears!
In the night, in solitude, tears,
On the white shore dripping, dripping, suck'd in by the sand,
Tears, not a star shining, all dark and desolate,
Moist tears from the eyes of a muffled head;
O who is that ghost? that form in the dark, with tears?
What shapeless lump is that, bent, crouch'd there on the sand?
Streaming tears, sobbing tears, throes, choked with wild cries;
O storm, emboiled, rising, careering with swift steps along the beach!
O wild and dismal night storm, with wind - O belching and desperate!
O shade so sedate and decorous by day, with calm countenance and regulated pace,
But away at night as you fly, none looking - O then the unloosen'd ocean,
Of tears! tears! tears!
Walt Whitman
Dipinto: La notte prima di Scannabue
"La verità, vi prego, sull'amore". E' sufficiente quel "vi prego" a catturare l'attenzione: viene voglia di scoprire chi è questo poeta e che cosa vuole raccontare. Saranno versi nuovi o già sentiti?Se ne andranno via leggeri o resteranno un po' con noi?
Resteranno. I versi di Auden restano nell' animo e nella memoria di chi li legge. "Non servon più le stelle: spegnetele anche tutte" parole come queste, una volta lette, si ricordano per sempre. Poeta inglese, nato nel 1907, iniziò la sua carriera come maestro elementare, in seguito divenne scrittore e compose le prime poesie, molte delle quali furono scritte per la musica di Benjamin Britten e interpretate dal soprano Hedli Anderson. Anche la prima stesura di "Funeral Blues" fu rappresentata in un'opera teatrale e forse il fatto che molti brani siano una versione moderna della ballata popolare, contribuisce a renderli così facili da cogliere e custodire. Con l'arrivo della seconda guerra mondiale, Auden fu costretto, con dolore, ad abbandonare l' Europa e divenne cittadino americano. Solo in tarda età tornò stabilmente ad Oxford.
L' edizione Adelphi, tra le varie opere dell'autore, ha stampato qualche anno fa un piccolo libro, intitolato proprio "La verità, vi prego sull'amore" che contiene dieci poesie, dieci capolavori, scritti tra il 1932 ed il 1939, negli anni più inquieti e tormentati.
Per avvicinarsi o riscoprire Auden, con i suoi versi ora drammatici, ora ironici, ma sempre consolanti perchè rispecchiano le nostre grandezze e le nostre miserie: se lui ha sopportato tanto, possiamo farcela anche noi.
Il danno in vita e la beffa dopo la morte per questo sfortunato abitante di Spoon River... L'iscrizione mentitrice è tratta dal "Giulio Cesare" di Shakespeare, una battuta che Antonio pronuncia sul cadavere di Bruto. Lee Masters se ne appropria dando voce ad un uomo furibondo che si sente doppiamente vittima della malignità umana. Chissà la "combinazione di elementi" che tipo di guerra con la vita aveva generato... leggendo non si sa se affliggersi o meno per un simile scherzo: se fosse stato meritato?
Cassius Hueffer
Sulla mia lapide hanno inciso queste parole:
" Fu una persona gentile, e in lui gli elementi
erano combinati in modo che la natura
potrebbe alzarsi in piedi e dire al mondo
costui era un uomo."
Chi mi ha conosciuto sorride
quando legge tanta vuota retorica.
Il mio epitaffio avrebbe dovuto essere:
" La vita non fu tenera con lui,
e gli elementi erano combinati in modo
che si trovò in stato di guerra con la vita,
e in quella guerra fu assassinato."
Mentre ero in vita non sono riuscito
a fronteggiare le male lingue,
ora che sono morto sono costretto
a sottomettermi a un epitaffio
inciso da un folle!
They have chiseled on my stone the words:
" His life was gentle, and the elements so mixed in him
That nature might stand up and say to all the world,
This was a man."
Those who knew me smile
As they read this empty rhetoric.
My epitaph should have been:
" Life was not gentle to him,
And the elements so mixed in him
That he made warfare on life,
In the which he was slain."
While I lived I could not cope with slanderous tongues,
Now that I am dead I must submit to an epitaph
Gaven by a fool!
Edgar Lee Masters
Dipinto: "La forza degli elementi" C.Del Duca
Ama la musica, la letteratura classica e il ticchettio dell'orologio a pendolo che di notte gli fa compagnia... Sogna di diventare professore di arabo ed è già sulla buona strada perchè è lui il curatore della Guida Supereva di Cultura Araba. Gli piace anche scrivere: è alle prese con un romanzo, e, naturalmente, ama la poesia. Francesco Cocorullo, eclettico studente napoletano, un giorno si è anche scoperto poeta, e seguendo la sua nuova passione ha pubblicato alcuni componimenti sulla Rivista Orizzonti e su varie antologie della Casa Editrice Aletti.
La poesia "Ciao" è autobiografica, sono versi dedicati ad una nonna e al vuoto che ha lasciato dietro di sè. L'incredulità, la sofferenza di fronte a un fatto inevitabile, poi la forza affettuosa del ricordo, dell'amore e "dell'idea divina" a vincere la morte e il suo dolore.
Ti credevo immortale,
ti credevamo immortale,
ma or sei caduta
nel giro delle stelle,
o sulla luna, 5
in una parte del ciel.
Ciao.
Non sarà una stella
Non sarà un cielo
Non sarà la fine 10
Non sarà l’addio
Non sarà niente
Nulla sarà come prima
Ciao
Francesco Cocorullo. Dedicata a mia nonna Giovanna (1907-2002).
Dipinto: "Donna alla finestra" C.D.Friedrich