Versi scanzonati e impertinenti e finalmente il poeta si diverte! Affascinato dallo spirito di sperimentazione ed eversione dei futuristi da cui però presto si allontana, Palazzeschi ha giocato molto con le parole: le ha mescolate, deformate, trasformate in suoni strampalati con notevole spasso sicuramente, ma anche con un intento ben preciso: abbattere le ipocrite convenzioni della società borghese attraverso la demolizione dei termini tradizionali della letteratura.
Questa licenza poetica ne è un simpatico esempio.
Tri tri tri,
fru fru fru,
uhi uhi uhi,
ihu ihu ihu.
Il poeta si diverte,
pazzamente,
smisuratamente.
Non lo state a insolentire,
lasciatelo divertire
poveretto,
queste piccole corbellerie: sono il suo diletto.
Cucù rucù,
rurù cucù,
cuccuccuccurucù!
Cosa sono queste indecenze?
Queste strofe bisbetiche?
Licenze, licenze,
licenze poetiche.
Aldo Palazzeschi
Dipinto: "La risata" di U.Boccioni