Pungente Brecht: "Io so quello che mi serve"
Questi versi sono stati scritti tra il 1925 e il 1928 e fanno parte di una raccolta che originariamente doveva essere registrata su disco. La tematica è incentrata sulla disumanizzazione, il vuoto e l'anonimato della vita nelle grandi città, già in atto in quell'epoca. La voce femminile è sicura, sa qual è l'obiettivo da perseguire e come raggiungerlo: la bellezza, prima di tutto. Nessuno sforzo, nessun tormento, nessuna passione: tutti sanno quanto segnino un viso. L' ideale è una giusta via di mezzo, che preservi la pelle luminosa e giovane. Brecth ne prende atto, non si sogna nemmeno di accusare o di inveire, gli basta una piccola frase tra parentesi, l'ultima: signorile stilettata. Io so quello che mi serve. Basta che mi guardi nello specchio e noto che devo dormire di più; l'uomo che ho, mi rovina. Quando mi sento cantare, dico: oggi sono allegra; questo fa bene alla carnagione. Faccio di tutto per restare fresca e soda, non farò sforzi: perchè vengono le rughe. Non ho niente da regalare, ma me la cavo con la mia razione. Mangio con cautela; vivo lentamente; sono per il giusto mezzo. (Così ho visto sforzarsi la gente.) Bertold Brecht Dipinto: "Giovane donna allo specchio" Balthus
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