Poeti e Sognatori

...Sembra uno spazio fuori dal mondo, ma non č cosė.
Siediti al sole. Abdica e sii re di te stesso.

Fernando Pessoa
Immagine
 ... a Torino... di Alessandra Mazzucco

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Alessandra Mazzucco (del 02/12/2010 @ 23:58:55, in Poeti innamorati, linkato 15972 volte)

"La voce a te dovuta" è una raccolta di settanta componimenti autonomi e senza titolo, ognuno dei quali, però, concorre a formare un poema unitario, incentrato sul tema dell'amore. Si tratta di una sorta di moderno Canzoniere in cui Salinas percorre la ricerca interminabile di una forma di amore assoluto, che oltrepassi i limiti della realtà contingente, del tempo, dei mutevoli stati d'animo, che vada "al di là". Per il poeta, l'arte, come l'amore, è una costante scoperta: così, come nelle domande della notte, l'impulso incontenibile di conoscere ogni cosa della donna amata porta a interrogativi che non avranno mai fine nè risposta, nella poesia Salinas si dichiara "sicuro di non scrivere mai la poesia che spiegherà tutto, la poesia totale e finale di tutto".
 
 
Cominciano ad accendersi
le domande della notte.
Ve ne sono di distanti, quiete,
immense, come astri:
chiedono da lassù
sempre
la stessa cosa: come sei.
Altre, fugaci e minute,
vorrebbero sapere cose
lievi di te e precise:
misura
delle tue scarpe, nome
dell’angolo del mondo
dove potresti aspettarmi.
Tu non le puoi vedere,
ma il tuo sonno
è circondato tutto
dalle mie domande.
E forse qualche volta
tu, sognando, dirai
di si, di no, risposte
miracolose e casuali
a domande che ignori,
che non vedi, che non sai.

Perché tu non sai nulla:
e al tuo risveglio,
loro si nascondono,
invisibili ormai, si spengono.
E tu continuerai a vivere
allegra, senza mai sapere
che per metà della tua vita
sei sempre circondata
da ansie, tormenti, ardori,
che incessanti ti chiedono
quello che tu non vedi
e a cui non puoi rispondere.


A la noche se empiezan
a encender las preguntas.
Las hay distantes, quietas,
inmensas, como astros:
preguntan desde allí
siempre
lo mismo: cómo eres.
Otras,
fugaces y menudas,
querrían saber cosas
leves de ti y exactas:
medidas
de tus zapatos, nombre
de la esquina del mundo
dónde me esperarías.

Tú no las puedes ver,
pero tienes el sueño
cercado tode él
por interrogaciones
mías.
Y acaso alguna vez
tú, soñando, dirás
que sí, que no, respuestas
de azar y de milagro
a preguntas que ignoras,
que no ves, que no sabes.
Porque no sabes nada;
y cuando te despiertas,
ellas se esconden, ya
invisibles, se apagan.
Y seguirás viviendo
alegre, sin saber
que en media vida tuya
estás siempre cercada
de ánsias, de afán, de anhelos,
sin cesar preguntándote
eso que tú no ves
ni puedes contestar.

Pedro Salinas


Dipinto di Daniel Hughes

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Di Alessandra Mazzucco (del 23/10/2010 @ 19:17:16, in Tra lacrime e sorrisi, linkato 6534 volte)

"La mia lingua è nata con la mia pelle, con il battito del mio cuore." Adonis, candidato al Premio Nobel, è uno dei più grandi poeti arabi. Vive esiliato a Parigi, con un forte ricordo della sua terra d'origine, la Siria, e una grande fiducia nella potenzialità sociale della donna.  Adonis ha oggi 80 anni, è antireligioso, e in passato ha trascorso un anno in carcere, insieme alla moglie, Khalida Said, per essersi opposto ad un regime di violenza ed oppressione. Ama il mondo arabo: la sua arte, le tradizioni, la lingua, che ha contribuito a rinnovare...  e attraverso la poesia offre al mondo occidentale l'immagine dolce e seducente che purtroppo spesso sfugge a chi conosce gli arabi solo tramite le notizie dei giornali.
Possiede un' ammirazione e un rispetto innato per la donna, "il cammino dell'uomo verso se stesso": la celebra nelle sue opere, ne sostiene le conquiste sociali, la sollecita ad una continua sfida per realizzare il sogno di un mondo migliore da lasciare in eredità a figli e nipoti. "Voi che nascete per dare la vita al mondo, dovete costituire un'internazionale della pace. Voi siete l'antidoto alla violenza."   
"Specchio per il corpo dell'amante" è il titolo che Adonis ha scelto per questi versi fortemente evocativi.
Un ricordo che poco a poco confonde i sensi... sparisce, riappare... disorienta... come un profumo, che sembra di sentire.
  
Il corpo dell'amante, ogni giorno,
svanisce nell'aria, diventa profumo
volteggia, evoca tutti i profumi
si reca al proprio giaciglio
avvolge i propri sogni, si dissolve come l'incenso
riaffiora come l'incenso.
 
Le sue prime poesie sono simili al dolore di un
     bambino
smarrito nel vortice dei ponti
poichè non sa come rimanere nelle acque, non sa
     come attraversarli.
 
Adonis
 
Immagine: "I cling to your memory (stay with me)" di Julian Hill
 

 

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Di Alessandra Mazzucco (del 28/06/2010 @ 21:08:32, in Gli Indelebili, linkato 15225 volte)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 Aosta, 25 giugno 2010

Il cielo trattiene ancora qualche venatura rosata quando le note del violino intonano "Si può fare" , quasi a preannunciare la gioia e la serenità che per due ore colmeranno gli animi degli spettatori che conquistano sedie, gradinate e sempre più numerose porzioni di prato.
Non c'è spazio questa sera, per la tristezza e la paura, Angelo lo spiega: la musica aiuta ad allontanare i sentimenti negativi, anche se non ci si può nascondere da essi.
La musica riesce a farli accettare, a sopportarli, a sublimarli... Non a caso i brani che ha scelto per questo concerto parlano dello scorrere della vita: "Domenica e lunedì", "Il giocatore di biliardo", "Vanità di vanità"... parole che esortano a cogliere il bello che viene regalato e a non dare troppa importanza a ciò che importante non è. Parole impegnative, ma cantate con ritmi vivaci, coinvolgenti e carichi di energia.
L'entusiasmo che scaturisce dal palco, attraverso le note dei musicisti, raggiunge proprio tutti: si battono le mani cantando dei tormenti amorosi, della morte che viene beffata, dei santi che ballano... Poi, i canti dedicati a un santo vero, San Francesco, nella parte più spirituale della serata.
Se la musica è trascendenza, quella di Angelo è però anche pura allegria e divertimento: "Alla fiera  dell'est" viene accompagnata con tripudio dagli spettatori; "Cogli la prima mela", a ritmo di chitarre indiavolate e "La pulce d'acqua", in un crescere di applausi colmi di gratitudine e di balli sul prato, come accadeva tanti anni fa, quando ai concerti non si assisteva incollati alle sedie di un teatro.
Splendido? Strepitoso? Nessun aggettivo è in grado di esprimere pienamente le sensazioni che Angelo ha trasmesso con questo concerto. E' stata una carica di speranza, di fiducia nel futuro e di tanta, tanta gioia.
Nel giorno del mio compleanno, il più bel regalo.  
 

 

Angelo Branduardi, Michele Ascolese e le loro chitarre... 

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Di Alessandra Mazzucco (del 01/05/2010 @ 19:49:40, in Sguardi beffardi, linkato 8372 volte)


 
Non esiste un dolore paragonabile al tradimento di qualcuno che ha conquistato tutta la considerazione e la fiducia di una persona: la sofferenza è atroce perchè non solo fa crollare  un intero mondo costruito intorno a chi si credeva un punto di riferimento degno di amore e di rispetto, ma mette in discussione il giudizio che ognuno ha di se stesso, della propria capacità di giudizio, della propria autostima. Se poi una delusione così forte viene vissuta in età giovanile, quando l'entusiasmo di potersi affidare ad un essere considerato speciale è alle stelle, l'effetto diventa devastante. Il giovane di Spoon River aveva investito ogni ideale in un uomo che si è rivelato falso e bugiardo. Lee Masters fa gridare la sua rabbia con parole dure, incandescenti ed una triste ammonizione. 
 
Robert Southey Burke 
 
Ho speso il mio denaro tentando
di farti eleggere Sindaco,
A. D. Blood.
Per te sono stato prodigo di ammirazione,
ai miei occhi eri quasi l'uomo perfetto.
Tu hai divorato la mia personalità,
e l'idealismo della mia giovinezza,
e la forza di una fedeltà nobilissima.
E tutte le mie speranze nel mondo,
e tutta la mia fede nella Verità,
si sono fuse nel calore accecante
della mia devozione per te,
e riplasmate nella tua immagine.
E poi quando ho scoperto chi eri:
che la tua anima era meschina
e false le tue parole
come i tuoi denti di porcellana biancoazzurra,
e i tuoi polsini di celluloide,
ho odiato l'amore che avevo per te,
ho odiato me stesso, ho odiato te
per la mia anima perduta e la mia
perduta giovinezza.
E dico a tutti, attenti agli ideali,
attenti con qualunque essere vivente
a gettar via il vostro amore.


 Sulla tomba del sindaco A.D.Blood, Lee Masters ha giocato con la pena del contrappasso...


A.D.Blood
 
Se in paese pensate che il mio sia stato un buon lavoro
quando ho fatto chiudere i saloon e proibire il gioco delle carte
e ho trascinato la vecchia Daisy Fraser dal giudice Arnett,
in una delle tante crociate per ripulire la gente dal peccato,
allora perchè permettete che Dora, la figlia della modista,
e quel fannullone del figlio di Benjamin Pantier,
di notte usino la mia tomba come loro empio guanciale?
 
Edgar Lee Masters
 

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Di Alessandra Mazzucco (del 20/02/2010 @ 17:14:51, in Seducenti evasioni, linkato 8351 volte)

E' successo. Succede talvolta di raggiungere quel paese immaginario da cui non si ritorna mai uguali a prima.
Consolata, e tormentata dai ricordi, la vita sembra scorrere troppo lentamente per quanto è tesa nella speranza di partire di nuovo...
Solo un poeta poteva trovare le parole per descrivere quel viaggio.
Ecco Baudelaire:


Bimba mia, mia sorella
pensa alla dolcezza
d'andare a vivere insieme laggiù!
Amare a bell'agio,
amare e morire
nel paese che ti somiglia
I soli umidi
di quei cieli torbidi
hanno per il mio spirito gli incanti
sì misteriosi
dei tuoi occhi infidi
che brillano attraverso le lacrime
Tutto, laggiù, è ordine e beltà
lusso, calma e voluttà.

Mobili rilucenti, levigati dagli anni,
ornerebbero la nostra stanza;
i più rari fiori,
che uniscono i loro odori
ai vaghi profumi dell'ambra,
i ricchi soffitti,
gli specchi profondi,
lo splendore orientale,
tutto parlerebbe,
segretamente all'anima
la sua dolce lingua nativa
Tutto, laggiù, è ordine e beltà
lusso, calma e voluttà.


Guarda su quei canali
dormir quei bastimenti
dall'estro vagabondo:
solo per saziare
ogni tuo desiderio
vengono dai confini del mondo.
I soli occidui vestono i campi,
i canali, l'intera città,
di giacinto e d'oro;
s'addormenta il mondo
in una calma luminosità.
Tutto, laggiù, è ordine e beltà
lusso, calma e voluttà.

Dipinto di Tilly Strauss 

 

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