31 luglio 2004: due vecchi amici si ritrovano, dopo tanti anni, a cantare insieme. Roma li accoglie per la prima volta e fa le cose proprio in grande...
Luogo: Colosseo
Invitati: 600.000
Effetti speciali: serie di maxi schermi
Special guest: perfetta luna piena
Non c'è stato proprio niente di patetico nel concerto di queste due vecchie glorie del passato, come qualcuno malignava... Le loro voci, dentro quella musica che ha segnato un'epoca tanto lontana, erano accompagnate da un pubblico di ogni età che, se perdeva il filo dell'inglese, recuperava in fretta con le braccia alzate il sorriso aperto, qualche "la la la"... I brividi sono stati tanti perchè al di là dell'evento, le canzoni di Simon & Garfunkel sono davvero belle e hanno creato un'atmosfera da veri sognatori, proprio di quelli che si abbandonano alle emozioni e, almeno per una notte, dei piedi a terra, se ne infischiano.
"Bridge over troubled water" non ha bisogno di molti commenti: basta leggerla. Con l'augurio di trovare quel ponte e di diventarlo per qualcuno.
Un ponte sulle acque agitate
Quando sei giù
E ti senti piccola
Quando hai le lacrime nei tuoi occhi
Io le asciugherò tutte
Sono dalla tua parte
Quando i tempi diventano duri
E amici semplicemente non ne trovi
Come un ponte sulle acque agitate
Io stenderò sotto di me
Come un ponte sulle acque agitate
Io stenderò sotto di me
Quando sei giù di corda
Quando sei sulla strada
Quando la sera arriva così dura
Io ti darò conforto
Io sarò dalla tua parte
Quando arriva la oscurità
E l’ansia è tutta intorno
Come un ponte sulle acque agitate
Io stenderò sotto di me
Come un ponte sulle acque agitate
Io stenderò sotto di me
Dispiega le vele ragazza d’argento
Dispiega le vele
E’ il tuo tempo di risplendere
Tutti i tuoi sogni sono sul loro cammino
Guarda come risplendono
Se hai bisogno di un amico
Io sto navigando proprio al tuo fianco
Come un ponte sulle acque agitate
Io libererò la tua mente
Come un ponte sulle acque agitate
Io libererò la tua mente
Simon & Garfunkel 1970
Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.
Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli:i giorni
sbattono le palpebre
chiari, tintinnanti, fuggiaschi,
e si appoggiano nella notte oscura.
Vedo l'ultimo
giorno
di questo
anno
in una ferrovia, verso le piogge
del distante arcipelago violetto,
e l'uomo
della macchina,
complicata come un orologio del cielo,
che china gli occhi
all'infinito
modello delle rotaie,
alle brillanti manovelle,
ai veloci vincoli del fuoco.
Oh conduttore di treni
sboccati
verso stazioni
nere della notte.
Questa fine dell'anno
senza donna e senza figli,
non è uguale a quello di ieri, a quello di domani?
Dalle vie
e dai sentieri
il primo giorno, la prima aurora
di un anno che comincia,
ha lo stesso ossidato
colore di treno di ferro:
e salutano gli esseri della strada,
le vacche, i villaggi,
nel vapore dell'alba,
senza sapere che si tratta
della porta dell'anno,
di un giorno scosso da campane,
fiorito con piume e garofani.
La terra non lo sa: accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell’ombra.
Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare.
Ti metteremo
come una torta
nella nostra vita,
ti infiammeremo
come un candelabro,
ti berremo
come un liquido topazio.
Giorno dell'anno nuovo,
giorno elettrico, fresco,
tutte le foglie escono verdi
dal tronco del tuo tempo.
Incoronaci
con acqua,
con gelsomini aperti,
con tutti gli aromi spiegati,
sì,
benché tu sia solo un giorno,
un povero giorno umano,
la tua aureola palpita
su tanti cuori stanchi
e sei,
oh giorno nuovo,
oh nuvola da venire,
pane mai visto,
torre permanente!
Pablo Neruda