Ecco come le parole di Marinetti stravolsero ogni regola e diedero vita al Movimento Futurista."La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo."
Filippo Tommaso Marinetti nasce ad Alessandria d'Egitto il 22 dicembre 1876, ma presto la sua famiglia si trasferisce a Milano e già prima di laurearsi in legge, collabora con entusiasmo a diverse riviste italiane e parigine. Stregato dall'evoluzione tecnologica che accompagna l'inizio del nuovo secolo, compone i primi poemi decantando la città, la locomotiva, l'automobile... i simboli della meccanizzazione, che daranno origine al movimento futurista, in una forma linguistica libera da ogni regola. Diventa direttore di "Poesia", una rivista internazionale su cui vengono pubblicati gli inediti di grandi poeti italiani e francesi e, attirandosi non poche critiche, continua la sua campagna a favore delle "parole in libertà", quei versi liberi da schemi che contraddistinguono le sue opere, come forma di rottura con le convenzioni del passato.Per l'inquieto Marinetti, la poesia diventa però ben presto insufficiente: è necessario che il poeta abbia un ruolo attivo nella società che sta cambiando tanto rapidamente, un ruolo che non si limiti alla letteratura, ma che abbracci ogni forma d'arte e coinvolga gli intellettuali come la massa proletaria. Nel 1909 Le Figaro pubblica il Manifesto del Futurismo e con la sua nascita muore la rivista "Poesia". "Uccidiamo il chiaro di luna" è il messaggio dell'ultimo numero: è bandito, ormai, ogni sdolcinato sentimentalismo.Marinetti è un abile pubblicitario e, allo stesso tempo, possiede un carisma che affascina chiunque lo avvicini: attira un pubblico sempre più numeroso nelle serate che organizza all'interno dei teatri che prevedono letture di poesia, presentazione di quadri e musica. Spesso la platea reagisce alle provocazioni provenienti dal palco, ne nascono tafferugli, i giornali ne parlano... e il futurismo ottiene una rapida divulgazione. Un anno dopo, ai poeti si uniscono i pittori e i politici, dagli anarchici ai socialisti.La guerra come evento necessario è uno dei temi ricorrenti nei discorsi di Marinetti e dalle sue esperienze come inviato di guerra, ne è un esempio lampante il Bombardamento, si completerà anche la distruzione delle norme della lingua tradizionale. L'obiettivo rivoluzionario, in pieno fermento, giunge ad abbracciare ogni aspetto della vita sociale, tanto da incuriosire Mussolini con cui nasce un legame di amicizia e di collaborazione che, tuttavia, non dura a lungo. Staccandosi dai fasci di combattimento, Marinetti prova a trovare punti di incontro con la corrente opposta, quella del comunismo, ma con scarsi risultati, non esiste un partito che possa condividere interamente gli ideali futuristi, così continua da solo: viaggia, influenzando molte correnti artistiche straniere e crea un nuovo tipo di teatro dove al posto del suggeritore c'è il "dimenticatore" che ha lo scopo di far sbagliare le battute agli attori e l'orchestra è dispersa tra il pubblico. Con l'inizio della seconda guerra mondiale le occasioni di pubblicizzare il futurismo diventano sempre più rare, Marinetti si ferma e trascorre gli ultimi anni della sua vita da studioso. Si spegne il 2 dicembre 1944 in seguito ad una crisi cardiaca.
Me lo sono chiesto e curiosando tra web e riviste... sono diventata una di loro!
Il sogno di chi pratica il bookcrossing è condividere con più persone possibili la lettura di un libro che per qualche motivo si ritiene particolarmente interessante. Il volume viene etichettato con un codice e "liberato" in un luogo in cui si spera possa essere ritrovato, letto, registrato sul sito e liberato un'altra volta. Allo stesso tempo c'è il desiderio di imbattersi per caso in un romanzo lasciato in giro da altri, leggerlo e fargli continuare la sua corsa. E' un'idea romantica e molto affascinante quella di dare vita ai libri, ma alla fine funziona? Innanzi tutto chi, come me, si affeziona a certi racconti, si affeziona anche all'oggetto in sè, al libro e alle sue pagine, e trova insopportabile l'idea di liberarsene seppur per una buona causa. Così ho scoperto di non essere affatto l'unica che, in caso di libro "amato alla follia", si tiene ben stretta la copia e ne acquista una seconda da destinare al bookcrossing. E dove sta la convenienza? Beh, noi ci consoliamo pensando che le case editrici non andranno a rotoli...
In ogni caso il fenomeno funziona e continua a crescere. Si deve sempre tenere presente che non è detto che ogni volume ritrovato venga registrato sul sito, perchè non tutti possiedono un computer e con un po' di esperienza si scopre che i luoghi adatti al rilascio non sono necessariamente i più frequentati: è più facile che un libro venga raccolto dalla panchina di un giardinetto piuttosto che da quella di un aeroporto dove c'è il rischio che in poco tempo si ritrovi nel bidone dell'immondizia. Per ovviare a questi inconvenienti, per parlare di libri, per conoscere chi condivide lo stesso sogno di pagine in libertà, sono nati gruppi cittadini che si incontrano regolarmente una volta al mese e si scambiano volumi tra loro. Inoltre, grazie al successo di questa iniziativa e all'impegno dei più volonterosi, è possibile organizzare incontri a livello nazionale.
Dipinto: "Libertà" L.Giuggioli
Quante volte si sente parlare di Africa, della sua fame, di battaglie e di razzismo... Si organizzano conferenze, spedizioni, concerti stratosferici, ma gli africani restano laggiù: un'entità troppo lontana dal nostro mondo, una vita che si riesce a immaginare a stento, tempestata da dolori e da sollievi che noi non abbiamo conosciuto. Forse per questo motivo fa un certo effetto imbattersi nelle parole di chi ha visto scorrere eventi tanto drammatici, parole sussurrate... più spesso gridate, trasformate in poesia.
La casa editrice Edizioni dell'Arco ha intuito la necessità di alimentare queste voci, di farle giungere alle nostre case e ha pubblicato una raccolta intitolata "Poeti Africani Anti-Apartheid". Si tratta di autori in gran parte sconosciuti, provenienti da diversi paesi africani che hanno in comune la sofferenza, la speranza, ma soprattutto, una forte valenza artistica: la poesia supera ogni colore, ogni confine.
Namibia
E' là in quel paese che ho atteso il momento della rivolta.
Il momento di tutto e di niente,
solitaria, guardo l'Africa
Dio! Sdraiarmi per strada
All'ingresso della Vita.
Questa vita che non ho chiesto.
Nascosto sotto le coltri dell'angoscia
Giace il mio Amore, annegato nel sudiciume.
Certo, lo sapevo,
Seduta sul marciapiede,
Guardo ancora quest'Africa.
Non aver paura, mi dice la voce,
Il mio cuore è grande come il mare.
E per questo
Io ti saluto; Namibia guarda
Il volo ritmato della mia mano.
Giro per le tue strade nere e bianche,
Sento che le tue radici manifestano vigore e debolezza;
Nel mio corpo, nella mia testa, nel mio sangue,
E tutto in me lo afferma.
Non so da dove vengo,
Ma so che arrivo.
Perpetue Kassy
Trad. M.Luzi Foto: M.Santi
"Dall'Angola all'Italia con amore" potrebbe essere lo slogan di Alvaro Santo, giovane poeta africano di sensibile talento che giunto nel nostro paese, ha incuriosito pubblico e critica aggiudicandosi il primo posto nell'edizione 2000 del Premio Internazionale di Poesia "Sulle orme di Ada Negri".
Questa lirica è tratta dalla raccolta poetica Oceano de Amor, pubblicata, insieme ad altre opere, dalla casa editrice Edizioni dell'Arco. E non potrebbe esserci titolo più indovinato perchè proprio di un oceano si tratta: l'amore celebrato in ogni forma, ripetuto in un ritmo incalzante come un'onda e la sua risacca, fino a trasformare le parole in musica da cantare in un sussurro alla donna amata.
Il sole dei tuoi occhi
Abbraccio
il sole dei tuoi occhi
assaporo il miele dei tuoi sorrisi
e vivo questo grande amore
Accarezzo
la luna dei tuoi sogni
le stelle dei tuoi respiri
e vivo questo grande amore
Vivi in me
come rosa dorata
nei giardini del mio cuore
Ho navigato nei tuoi sorrisi
ho viaggiato lungo il tuo corpo
e ho trovato in te
il mio porto di amore
Sei la stella del mio dolce mattino
sei l'onda dei miei desideri
il fuoco delle mie passioni
l'oceano d'amore
di questo mio cuore vuoto.
Alvaro Santo
Immagine di Massimo Bersani
"La tredicesima storia"... e di storia si tratta: atmosfere cupe, misteri svelati poco per volta, personaggi improbabili eppure descritti con un'accuratezza che sa renderli reali.
Il risultato, è nascosto tra le pagine del libro, è l'autrice stessa che per voce della protagonista esprime il vero segreto di questo romanzo:
"Non posso fingere che le letture fatte da adulta equivalgano, quanto impatto sull'anima, a quelle di quand'ero piccola....... dentro di me resta sempre una brama nostalgica per il piacere perduto dei libri. Una brama che non ti aspetti certo di vedere soddisfatta."
Opera prima di una studiosa di letteratura francese (e sicuramente appassionata lettrice), questo libro appaga pienamente il piacere della lettura: coinvolge chi legge in una spirale di avvenimenti tali da rendere difficile la pausa tra un capitolo e l'altro, lascia spazio a riflessioni personali e, al termine, ogni più piccolo dettaglio trova la sua giusta collocazione, proprio come nelle storie che leggevamo da piccoli...
La trama:
Margaret Lea è una giovane donna che vive nel mondo tranquillo e sicuro della sua libreria poco frequentata. Un giorno le arriva una lettera: è Vida Winter a scriverle, un'anziana e famosa scrittrice di best-sellers che Margaret non ha mai letto. La richiesta è semplce e categorica: un soggiorno nello Yorkshire per scrivere la biografia di Vida Winter.
Incuriosita dall'offerta, che pare quasi un ordine, Margaret parte. Non immagina che, attraverso la storia che dovrà raccontare, al suo ritorno tutto per lei sarà cambiato.
Diane Setterfield "La tredicesima storia" Ed.Mondadori