Poeti e Sognatori

...Sembra uno spazio fuori dal mondo, ma non è così.
C'è solo un tipo di successo: quello di fare della propria vita ciò che si desidera.

Henry David Thoreau
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 Venezia... di Alessandra Mazzucco

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Alessandra Mazzucco (del 06/03/2008 @ 17:51:34, in Parole lontane, linkato 4084 volte)

Il canto degli Indiani d'America non si è spento, la sua musica cadenzata non ha mai smesso di suonare... e a volte giunge fino a noi. 

Nel 1968, mentre in Italia scoppiava la rivolta studentesca, dall'altra parte del mondo nasceva il Movimento degli Indiani d'America, organizzazione nata per offrire sostegno sociale e legale ai discendenti delle antiche tribù. Leonard Peltier fu uno dei fondatori del Movimento, che quando riuscì a stabilire un'alleanza tra i tradizionalisti e gli innovatori, divenne uno degli strumenti di lotta e di rinascita spirituale tra i più vigorosi del popolo indiano. Forse troppo vigoroso... Accadde infatti che mentre indagava su una misteriosa serie di delitti avvenuti tra gli indiani della riserva di Pine Ridge, nel South Dakota, Peltier fu ingiustamente accusato di omicidio e condannato all'ergastolo. Era il 1976. Da quell'anno, governi e associazioni di tutto il mondo chiedono la revisione del processo, che però non è ancora avvenuta.
 
"La voce indiana"  è la voce di un'intera stirpe, un grido che si alza con dolore contro l'indifferenza e l'ingiustizia.  
 
Io sono la Voce indiana.
Voglio che mi sentano in tutti i nostri territori.
Da duecento anni sono prigioniero di guerra
nella mia terra.
 
Sono prigioniero dell'odio e dell'avidità,
della menzogna e del pregiudizio,
dell'indifferenza e dell'ignoranza,
dell'ingiustizia
degli uomini che schiacciarono
con la forza del loro numero me e il mio Popolo,
da quando scesero sulle mie spiagge
e invasero la mia terra nativa.
 
Imposero a me
la loro società, la loro religione, le loro leggi,
ed è per questo che la mia gente
ora è ridotta a meno di quanto era,
quando con false promesse vennero
per la prima volta sulle nostre spiagge.
 
Io sono la Voce Indiana collettiva
e grido forte dalle milioni di tombe
di spiriti senza pace
e milioni sono le grida che si alzano
e chiedono:
Dov'è il mio futuro?
A chi appartiene?
Appartiene al mio popolo?
Ci sarà felicità sulla terra
che per diritto è mia?
 
Leonard Peltier
 
Dipinto di Leonard Peltier
in ricordo del massacro di Wounded Knee avvenuto nel 1890

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Di Alessandra Mazzucco (del 07/03/2008 @ 18:07:56, in Poeti bambini, linkato 8793 volte)

Leggendo i libri classici della letteratura per bambini, si incontrano parole strane, vecchie, che non si usano più. Ma non servono proprio? Sì che servono! Si può fare una poesia... Ci sono parole che ormai fanno sorridere anche noi, figuriamoci i bambini! Eppure sono preziose, da ricordare, perchè un tempo davvero c'era il calamaio, si faceva merenda con pere e salame (con le pere!?) e si giocava a biglie... Forse, metterle tutte insieme creando una filastrocca (parola ben buffa anche questa) avrà aiutato i bambini ad appropriarsene, a considerarle meno lontane e, sicuramente, essendo una produzione collettiva, a ridacchiare per un bel po'...   
  
  
 
L'abbecedario di Pinocchio sono
e di antiche parole vi porto il suono
sono vecchio, polveroso e consumato
di tempi passati conservo ancora il fiato.
 
A voi bimbi moderni
con libri colorati e bei quaderni
posso insegnare parole non più usate
ma in un tempo lontano molto amate.
 
Balocchi, brocca, citrulli e garzone
sembrano proprio una bella canzone,
osteria, zecchini, babbo, calamaio
e già risento le urla di quel burattinaio!
 
Altre parole vi posso insegnare
cari bambini se volete ascoltare.
Sono parole che tolgono la fame
sono latte, polenta, pere e salame.
Sono parole che portano allegria
son trottola, palla, biglie e compagnia.
Sono parole che rubano risate
son barbagianni, cuccagna e zuccate.
 
Infine c'è una parola antica e sempre nuova
è arcobaleno che porta pace e gioia.
  
Classe terza A
Scuola Primaria Toscanini
Torino
 
"Poesie e Filastrocche.Arcobaleni nel crepuscolo"
a cura di M.Dino Ed.Il Capitello

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Di Alessandra Mazzucco (del 07/03/2008 @ 21:30:51, in Poeti innamorati, linkato 3647 volte)

... scrive una lettera d'amore.

Non per forza una poesia d'amore dev'essere struggente e appassionata, a volte i versi sono essenziali, limpidi e disarmanti, ma non per questo meno intensi.  
Vivian Lamarque è fatta così: scrive che sembra una bambina, dice di sè: "Sono una poetina media, normale, da due righe e mezzo sulla garzantina universale" eppure con la sua semplicità, mai banale, arriva a conclusioni che colpiscono.
In questa "Lettera dal balcone" affronta il difficile equilibrio che l'amore impone alle sue vittime: cedere ai sentimenti senza restarne sopraffatti, tormentato esercizio che trascina inevitabilmente con sè la malinconia, ma è una malinconia dolce, che sa quasi di gioia. 
 
Ti scrivo dal balcone
dove resto ancora un poco questa sera
a guardare l'orto al sole di settembre
a mangiare pane e olio e foglie piccole di basilico
ti scrivo meno fiera di quello che vorresti
sono una donna forte sì
ma con anche continue tentazioni di non esserlo
di lasciarmi sciogliere d'amore al sole
e carezzarti e baciarti un po' più di quello che tu vuoi
ti scrivo dal balcone
guardando il fico pieno di frutti
e il pero con le foglie malate
ho qualche pensiero triste
e due o tre sereni.
 
Vivian Lamarque
 
Foto: Michelangelo Gargiulo

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Di Alessandra Mazzucco (del 08/03/2008 @ 18:21:15, in Scoprirsi poeti, linkato 1579 volte)

 

 

 

 

 

Ancora l'amore nei versi un po' folli e sfrenati di un amore... mal dato.Una sincerità disarmante per questa "poetessa per un giorno" nel descrivere, delle mille sfaccettature dell'amore, quella meno nobile e idealizzata.  
E' spietata presa di coscienza del senso del possesso, di una crudele gelosia, della necessità di essere amata. 
E' dolorosa confessione dell'incapacità di riuscire ad amare in un modo diverso, in un modo che non aggrovigli l'uomo desiderato nei tentacoli di sentimenti esaltati. 
Ma è anche la lieta scoperta di un amore, che per quanto carico di limiti e imperfezioni, non solo viene accolto, ma anche pienamente ricambiato. 
 
 
Dico ti amo che vuol dire anche amami.
Voglio il tuo liquido io da fermare nel sangue
la tua bocca e la pelle
e i pensieri, le dita. 
E' una tragica lotta
con chi non è me ma viene vicino.
Graffio l'immagine come la bestia
la lascio di sangue, oltraggiata.
Poi, sfinita, chiudo gli occhi senza più sogni. 
Così ecco l'amore. Quello maldato. 
C'è.  
Ingarbugliato tra i nodi sottili
della fame d'amore,
di un moto infinito tra sentire e pensare,
raccolto in un velo di diafane trame
che come acciaio ti avvolgono forte.  
L'amore maldato è quello che so.
Potresti tu forse un po' farne a meno?
Mi cerchi, mi prendi, hai fame anche tu
e con furia lo stringi. Per non farlo svanire. 
M.A. 
Dipinto: "Heat Lightning" di A. Wyeth

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Di Alessandra Mazzucco (del 20/03/2008 @ 17:32:02, in Sogni sul pentagramma, linkato 7726 volte)

"Ti piace quel che ho scritto?" chiese la poetessa, "Ehi! E' perfetto per la mia musica!" rispose il violinista. E il suo pentagramma si animò di nuove note e di parole... Ecco più o meno cosa si saranno detti Luisa Zappa ed Angelo Branduardi all'esordio della loro carriera e della loro vita in comune.

                                        
 
Una canzone conquista per l'alchimia che viene a crearsi tra musica e testo e nel caso di questi due artisti, parlare di magia non è un modo di dire. Lasciando un attimo da parte "Alla fiera dell'est", brano con cui viene identificato Branduardi ancora adesso, esistono decine e decine di canzoni, alcune molto conosciute, altre da riscoprire, che sono poesia in musica. L'emozione è vivida, la melodia coinvolgente, le parole toccanti. La lievità è solo superficiale, il senso colpisce nel profondo.  
 
"Cerchi il sorriso                                                       "Cento notti, cento donne in una vita,
 con cui ti lasciò                                                         meravigliose vergini e puttane,
 fra i solchi scuri                                                         una favola inventata ormai la giovinezza...
 che il tempo disegna sul viso                                      Splendore, miseria, gloria e 
 di chi naviga il mare,                                                  malinconia...
 ed è sempre domani                                                 Ora viene la notte,
 e se il cielo vorrà..."                                                   Ora viene l'inverno, Casanova..."
 
Da "Il marinaio"                                                          Da "Casanova"

 

Musica. Poesia. Passione... la vita!

Dipinto:"L'albero della barca" di Giuliano Giuggioli 

"La Luna", uno dei brani più celebri, in un video realizzato da Michelangelo Gargiulo  

                                 

 

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